sabato 21 dicembre 2019

#32 - Le azioni della cosa / con la cosa


Le azioni della cosa

- proteggere
- benedire
- aiutare
- favorire
- unire
- ispirare

Le azioni con la cosa

- pregare
- invocare
- viaggiare
- ammirare
- adorare
- appendere
- rappresentare
- confidare
- cantare


#31 - L'ABC della cosa



A come altare
parte della cosa

B come bambino
tenuto in braccio dalla cosa

C come Camilleri
l'autore che parla della cosa

D come doratura 
la decorazione della cosa

E come Egitto
secondo la leggenda, il luogo di provenienza della cosa

F come Fossati
il cantante della cosa

G come gita
il titolo del romanzo che parla della cosa

H come Horus
il figlio si Iside, culto da cui ha origine la cosa

I come icona 
il significato della cosa

L come legno
il materiale della cosa

M come murales
alcune altre rappresentazioni della cosa

N come nave
il mezzo con cui viaggiava la cosa

O come Oropa
il luogo di una delle riproduzioni della cosa

P come preghiera
il linguaggio per la cosa

Q come quadro
altro tipo di rappresentazione della cosa

R come rito
la celebrazione della cosa

S come santuario
la casa della cosa

T come Tindari
il luogo della cosa

U come Ungheria
lo stato in cui si trova un'altra rappresentazione della cosa

V come viaggio
il pellegrinaggio alla cosa

Z come Zingaretti
l'attore che più si avvicina alla cosa

martedì 17 dicembre 2019

#29 - I numeri della cosa


Poiché nella nella giornata dell’8 dicembre si festeggia l’immacolata concezione di Maria, la smorfia napoletana indica nel numero 8 quello da associare alla Madonna. Non vi è invece alcun numero associato direttamente al colore nero. Sempre secondo la smorfia napoletana, il numero da giocare al lotto nel caso in cui si dovesse sognare la Madonna nera è il 45.

Considerato che il Cristianesimo si impose soppiantando col culto della Vergine Maria  i culti primigeni della Grande Madre, si può inoltre associare alla Madonna nera il numero 52, la mamma.

Tenendo poi a mente che l'iconografia della madonna nera deriva dal culto di Iside - moglie di Osiride e madre di Horus - le si può collegare il numero 2, primo numero pari e unico numero primo, insieme al tre, che la cultura egizia associa alla Dea.

domenica 15 dicembre 2019

#28 - Il protagonista della cosa


Giovanni Gastel - fotografo - nasce a Milano il 27 dicembre 1995. Dopo il suo primo contatto con la fotografia, avvenuto all'età di dodici anni, ha inizio un lungo periodo di apprendistato al termine del quale, nel 1976, viene assunto dalla famosa casa d'aste Christie's. Quando, nel 1981, Gastel si avvicina al mondo della moda, la sua attività professionale s’intensifica e inizia a collaborare con le più prestigiose testate sia in Italia che all’estero, soprattutto a Parigi.

Sui suoi profili social ha di recente pubblicato una serie di "Madonne Barocche" tra le quali rientra una Madonna Nera.

Madonna nera.
Ritratto di Melanie. Stylist super Simone Guidarelli,
assistente Bianca Cedrone, trucco Silvia Dell'Orto,
capelli Fabio Cicerale. Milano, 2019.

venerdì 13 dicembre 2019

#27 - Il museo della cosa

La statuetta della Madonna nera di Tindari non ha un museo dedicato presso il Santuario.

Nell'ipotesi di un progetto di un museo della cosa, potrebbero risultare interessanti e funzionali due tipi di percorsi espositivi:

- Un'esposizione dedicata alla Statua della Madonna Nera di Tindari nello specifico;
- Un museo dedicato alle Madonne Nere presenti in Italia o, addirittura, nel mondo.

Nel primo caso l'esposizione, concentrandosi su una determinata riproduzione iconografica, sarebbe dedicata ai vari aspetti della cosa in questione: dalla leggenda di cui è protagonista al suo significato prettamente religioso, dai materiali alla manodopera.
Nel caso di un museo dedicato invece alle varie riproduzioni della Madonna Nera sparse per la Penisola, l'esposizione potrebbe ripercorrere l'Italia - da Nord a Sud o viceversa - raccontando la cosa nelle sue rappresentazioni più celebri, seguendo uno schema geografico.

mercoledì 11 dicembre 2019

martedì 10 dicembre 2019

#25 - La cosa a casa


La statuetta della Madonna nera di Tindari è comunemente utilizzata con la funzione di benedire la casa, l'ambiente in cui è collocata e, di conseguenza, i membri della famiglia.  
In casa mia, come in quella di molti siciliani, la statuetta si trova nel luogo in cui si svolge la vita familiare: nel mio caso, la sala da pranzo

lunedì 9 dicembre 2019

#24 - La cosa nel Cinema

Titolo: La Virgen Negra (La Madonna Nera)
Regista: Ignacio Castillo Cottin

Paese: Venezuela
Anno: 2008
Durata: 86'

giovedì 5 dicembre 2019

#23 - La cosa nella Letteratura

Filippo Tortorici s'appresentò alle tre e un quarto, tanticchia affannato. Era un omuzzo di cinquantina passata, striminzito, un ciuffetto di capelli proprio in mezzo alla testa, per il resto pelata. Una stampa e una figura con un uccello che Montalbano aveva visto in un documentario sull'Amazzonia.

«Di che mi vuole parlare? Il mio patrone, il signor Malaspina, m'ha ordinato di venire subito da vossia, ma non mi desi spiegazione».
«È stato lei a fare il viaggio Vigàta-Tindari domenica passata?».
«Sissi, io. Quando la ditta organizza queste gite, manda sempre a mia. I clienti mi vogliono e domandano al patrone che ci sia io a guidare. Si fidano, io sono calmo e pacinzioso di natura. Bisogna capirli, sono tutti vecchiareddri con tanti bisogni».
«Ne fate spesso di questi viaggi?».
«Con la stagione bona, almeno una volta ogni quinnici jorna. Ora a Tindari, ora a Erice, ora a Siracusa, ora...».
«I passeggeri sono sempre gli stessi?». «Una decina, sì. Gli altri cangiano».
«Che lei sappia, i signori Alfonso e Margherita Griffo c'erano nel viaggio di domenica?».
«Certo che c'erano! Io ho memoria bona! Ma pirchì mi fa questa domanda?».
«Non lo sa? Sono scomparsi».
«O Madunnuzza santa! Che viene a dire scomparsi?».
«Che dopo quel viaggio non si sono più visti. L'ha detto macati la televisione che il figlio è disperato».
«Non lo sapevo, ci l'assicuro».
«Senta, lei conosceva i Griffo prima della gita?».
«Nonsi, mai visti».
«Allora come fa a dire che i Griffo erano sul pullman?».
«Perché il patrone, prima di partire, mi consegna la lista. E io, prima di partire, faccio l'appello».
«E lo fa macari al ritorno?».
«Certamente! E i Griffo c'erano».
«Mi racconti come si svolgono questi viaggi».
«In genere si parte verso le sette del matino. A seconda delle ore che ci abbisognano per arrivare a distinazione. I viaggiatori sono tutti gente d'età, pensionati, pirsone accussì. Fanno il viaggio non per andare a vìdiri, che saccio, la Madonna nera di Tindari, ma per passare una jornata in compagnia. Mi spiegai? Anziani, vecchi che hanno i figli granni lontani, senza amicizie... Durante il viaggio c'è qualcuno che intrattiene vendendo cose, che saccio, oggetti di casa, coperte... Si arriva sempre a tempo per la santa Missa di mezzojorno. A mangiare vanno in un ristorante con il quale il patrone ha fatto accordo. Il pranzo è compreso nel biglietto. E lo sapi che capita doppo che hanno mangiato?».





Andrea Camilleri, La gita a Tindari, Palermo, Sellerio, 2000, pp. 69-71.

#22 - La cosa nei Fumetti

Fabien Vehlmann
The Marquis of Anon
The Black Virgin
Cinebook
2003

"Posso essere d'aiuto?"
"Sono stato incuriosito da quelle offerte"
"Ah, sì... Gli zingari rendono particolare omaggio alla Vergine di Puy-Marie.
Ogni hanno compiono un pellegrinaggio fino a qui per vederla.
Attribuiscono poteri quasi magici alla Madonna Nera, in particolar modo a Natale...
si dice che protegga le famiglie e favorisca la fertilità."

#21 - La cosa nella Musica


La Madonna nera - Ivano Fossati

Io penso a me
che fra andata e ritorno
tutto il santo giorno
un'ora per mangiare
un'ora per dormire
ben poco ti potrò vedere.
Poi penso a te
piegata sulla scrivania
con davanti una rosa
che sarà la mia
sciupata mia.
Alla festa del dieci di luglio
che era quasi sera
la Madonna Nera
s'impantanò.
Venne l'autorità con la ferrovia
tutta la sacrestia
e venne il coro con la melodia
a salvare l'oro e l'argento
il marmo e il cemento
il bronzo e il paramento
e il mantenimento.
E dall'ingorgo che c'era
non si poté andare via
che alle dieci di sera
quando la Madonna Nera
noi spingendo e tirando
piangendo e sperando
inclinando e strepitando noi
si risollevò.
Io penso a te
inclinata sulla scrivania
con davanti una rosa
che sarà la mia
appassita mia.
Poi penso a me
che fra andata e ritorno
tutto il santo giorno
un'ora per mangiare
un'ora per dormire
tutti i santi giorni
tutto il santo giorno
tutti i santi giorni
tutto il santo giorno
tutti i santi giorni
tutto il santo giorno
E così sia.

https://www.youtube.com/watch?v=LSicXxXK7Mo

#20 - I brevetti della cosa

Non ci sono brevetti legati alla statuetta della Madonna nera. Infatti, avendo la cosa un significato meramente religioso e simbolico che non implica utilità o prospettive di guadagno, la creazione di un brevetto si rivelerebbe per nulla efficace.

#19 - La cosa nell'Arte

Titolo: Madonna nera
Autore: Morden Gore
Data: 2017
Luogo: Tonara (NU)
Titolo: La madre di Arghillà
Autore: Rosk&Loste
Data: 2015
Luogo: Reggio Calabria

Titolo: Madonna di Loreto
Autore: L. Celani
Data: 1922
Conservata presso il
Santuario della Santa Casa di Loreto (AN)









#18 - La cosa in cucina

I fedeli comprano riproduzioni della statuetta della Madonna nera di Tindari, la fanno benedire e la mettono in cucina - luogo comune in cui i membri della famiglia vivono e condividono -  a protezione della casa e della vita dei familiari.

#17 - La nuvola dei nomi


#16 - Una prima mappa concettuale


mercoledì 4 dicembre 2019

#15 - L'evoluzione futura della cosa


Tracciare quello che potrebbe essere lo sviluppo innovativo futuro della statuetta della Madonna nera di Tindari è quasi impossibile a meno che non ci si soffermi sul suo significato simbolico e sull’evoluzione di quest’ultimo. Per quanto infatti la cosa in sé non si sia evoluta fino ad ora e non tenderà di certo a farlo, a cambiare è stato, e sarà, il suo significato religioso. O meglio, il modo in cui le generazioni future percepiranno tale significato e, più in generale, la religione. Con il passare degli anni e lo sbiadirsi delle tradizioni, anche la cultura religiosa potrebbe essere riservata sempre di più a pochi, ma appassionati, fedeli che, con ogni probabilità, seguiranno i precetti e gli insegnamenti morali tipici del cattolicesimo in modo sempre più moderno e innovativo. L’innovazione non sta quindi nella cosa in sé, ma nella sua percezione.

#14 - La cosa come simbolo


La statuetta della Madonna nera di Tindari era simbolo ancora prima di diventare materialità, trattandosi della rappresentazione di uno dei simboli più diffusi nell'ambito della religione Cristiana e non solo. É tuttavia possibile tracciare due percorsi di evoluzione simbolica a partire dalla cosa in questione: il primo riguarda la percezione del colore nero, il secondo il suo significato religioso all'interno della Controriforma.

Il colore nero, nello specifico - prima di assumere attributi razziali che ne alterassero il significato - aveva un significato simbolico che lo collegava strettamente, ed esclusivamente, a sentimenti quali il dolore e la tristezza. Solo a partire dal 1800 - come conferma una lettera di Karl Marx datata 1856 in cui il filosofo definiva le madonne nere come "i più offensivi ritratti della divina madre" - il colore nero ha cominciato ad avere una connotazione che lo ha reso, per molti, disturbante.

Per quanto riguarda invece la simbologia della Madonna nera nell'ambito della Controriforma, basti sottolineare come quest'ultima valorizzi positivamente il colore nero del simbolo come segno di antichità del culto mariano in opposizione all'innovativo culto protestante.

Grazie al suo singolare colore, la statuetta della Madonna nera di Tindari è inoltre simbolo di uguaglianza come dimostra il fatto che, ogni anno presso il Santuario, abbia luogo una celebrazione che coinvolge le comunità dello Sri Lanka dell'intero sud Italia.

Infine, la statuetta, pur ritraendo la Madonna seduta su un trono, è essa stessa un trono: sulle ginocchia della Vergine siede infatti il bambin Gesù, Re e Salvatore del mondo.







Fonti:
https://unapennaspuntata.com/2010/09/07/ma-che-santuomo-la-gita-a-tindari/

domenica 1 dicembre 2019

#13 - Anatomia della cosa

#12 - I materiali della cosa

La statua della Madonna nera di Tindari è interamente fatta in legno di cedro del Libano. Noto per la sua lunga durata anche in ambiente esterno e per la sua facilità di lavorazione, il legno di cedro è solitamente impiegato in costruzioni quali travature, traversine ferroviarie o mobili, pezzi decorativi, intaglio e, come in questo caso, sculture. Ha una superficie generalmente dritta e regolare dalla lucentezza naturale e, grazie al suo forte profumo e alla sua durezza, è inoltre molto resistente agli attacchi di parassiti animali e vegetali.

     Specifiche

FamigliaPinaceae.
Nomi scientificoCedrus Libani.
ProvenienzaAsia Minore.
Pesoda 420 a 580 kg/m 3.
Notefacile da lavorare; tempi di essicazione brevi.


In altre parti di Italia e del mondo, invece, si possono trovare statue della Madonna nera scolpite con vari altri materiali. Ad esempio:

Madonna nera di Loreto: legno di abete rosso.

Madonna nera di Oropa: legno con inserti in oro e diamanti.

Madonna nera di Viggiano: legno ricoperto di oro zecchino.

Madonna nera della Candelaria (Tenerife): volto in legno e busto non scolpito, ma rivestito di mantelli diversi a seconda del calendario liturgico.



lunedì 25 novembre 2019

#11 - Tassonomia della cosa






La statua della Madonna nera di Tindari non è variata nel tempo dal punto di vista letteralmente materiale. Piuttosto la sua funzione si è evoluta nel tempo. Se prima era vista solo come oggetto simbolico per i fedeli, adesso la statua ha assunto un vero e proprio ruolo come attrazione turistica per i credenti, e non, di tutto il mondo.


lunedì 11 novembre 2019

#10 - I proverbi della cosa

Proverbio 1: "Cu nun cridi 'a ma dulia nun è figghiu di Maria"
(Chi non crede al mio dolore non è figlio di Maria; si narra fosse un'espressione utilizzata dalla Madonna nei confronti di chi non credeva al suo dolore)

Proverbio 2: "Ca Madunnuzza du Tindari na manni bona"
(Che la Madonna di Tindari faccia andare tutto per il meglio)

#09 - I nomi della cosa

Italiano: Madonna nera di Tindari
Dialetto siciliano: Madunnuzza nira du Tinduru
Inglese: Black Virgin of Tindari
Russo: Черная Мадонна Тиндари
Cinese: 廷达里的黑麦当娜
Francese: Vierge Noire de Tindari
Spagnolo: Virgen negra de Tindari
Arabo: مادونا السوداء من تينداري
Tedesco: Schwarze Madonna von Tindari
Ebraico: מדונה שחורה מטינדרי
Latino: Nigrum Vivaldi de Tindari
Greco: Η Μαντόνα του Τίνταρι

lunedì 4 novembre 2019

#08 - La cosa

Statuetta della Madonna nera

La mia scelta è ricaduta su tale cosa poiché, oltre ad essere oggetto simbolo della città di Tindari, la statuetta della Madonna nera ha sempre suscitato in me tanto interesse e curiosità. Fin da piccolo, nelle molteplici visite alla città di Tindari, sono sempre stato affascinato da questo luogo pregno di arte, storia, devozione, leggende. Se da bambino le leggende a proposito della Madonna nera mi riempivano di stupore, crescendo, la consapevolezza di quanto una semplice statuetta potesse significare tanto per moltissima gente mi ha reso sempre più fiero della conoscenza di questa cosa. Questa statua è infatti centro di pellegrinaggio per i credenti, ma non solo. Anche chi non è vicino alla religione non può non rimanervi affascinato dal simbolismo, dalla sua bellezza estetica, da tutto ciò che sta intorno alla Madonna nera.



#07 - Un film

La gita a Tindari
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Facente parte della celebre serie de "Il commissario Montalbano", La gita a Tindari è un giallo tratto dal romanzo omonimo realizzato dal grande scrittore (recentemente scomparso) Andrea Camilleri, che nella sua vita ha sempre avuto a cuore la città di Tindari. Il libro fa parte della collana La memoria, mentre il film fa il suo esordio su Rai 1 nel 2001.
La regia è di Alberto Sironi ed il protagonista è Luca Zingaretti (nel ruolo del commissario Montalbano).



#06 - Il nome del luogo

Tyndaris 


La città (in greco antico: Τύνδαρις, Tyndaris) prende il nome da Tindaro, mitologico re di Sparta e, secondo la tradizione, padre di Elena. A sua volta, da tale luogo, per motivi devozionali, in onore della Madonna nera, deriva il nome di persona Tindaro (o Tindario).


Fonti: 

https://www.nomix.it/significato-nome/tindaro.php

#05 - Il mito

I laghetti di Marinello

I laghetti di Marinello si trovano ai piedi del promontorio presso cui sorge il Santuario della Madonna Nera. E’ una vasta area di sabbia con alcuni laghetti d’acqua salmastra che si modificano in continuazione per effetto delle maree. Naturalmente ad un fenomeno così strano sono legate leggende che li mettono in rapporto con la Madonna del Tindari che dall’alto domina la zona.
La leggenda narra di una contadina siciliana che con il suo bambino si recò in pellegrinaggio per adorare la Madonna nera e che, rimasta delusa dalla sua vista esclamò:


"Hàju vinutu di luntana via                                           "Sono venuta da lontano
  

  ppi vidiri a una cchiù brutta di mia!"                           per vedere una più brutta di me!"

Subito dopo aver pronunciato tali parole, disperata, si accorse che suo figlio si dibatteva tra le onde del mare al di sotto del promontorio. Sconvolta, si precipitò in mare per afferrare il bambino e più correva verso di lui, più le onde si ritiravano lasciando la spiaggia, fino a quando la donna non riuscì ad afferrare il figlio e a tornare facilmente sulla terraferma. Nasce così la leggenda dei laghetti di Marinello, testimonianza concreta del miracolo avvenuto.






Fonti: 
http://www.corrieredeinebrodi.it/tradizione/leggenda-della-madonna-del-tindari-e-la-nascita-dei-laghetti-di-marinello.html

domenica 27 ottobre 2019

#04 - Citazioni

Nella raccolta Acque e Terre, Quasimodo parla di Tindari nella celebre poesia Vento a Tindari. 

Tindari, mite ti so
Fra larghi colli pensile sull’acque
Delle isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.

Salgo vertici aerei precipizi,
assorto al vento dei pini,
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria,
onda di suoni e amore,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima


A te ignota è la terra
Ove ogni giorno affondo

E segrete sillabe nutro:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna,
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.


A
spro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;
e ogni amore è schermo alla tristezza,
tacito passo al buio
dove mi hai posto
amaro pane a rompere.


Tindari serena torna;
soave amico mi desta
che mi sporga nel cielo da una rupe
e io fingo timore a chi non sa
che vento profondo m’ha cercato.


Fonti: 

S. Quasimodo. Vento a Tindari in Tutte le poesie, a cura di G. Finzi, Milano, Mondadori, 2017.

#03 - Un libro

Acque e terre
di Salvatore Quasimodo

In questa raccolta trova spazio una bellissima poesia ispirata dal ricordo della brezza marina di Tindari, legato alla gioventù dell'autore.


#02 - Le cose

Statuetta della Madonna nera


La cosa più caratteristica di Tindari è senza alcun dubbio la statua della Madonna nera.

Si tratta di una statua rappresentante la Madonna, di pelle bruna, seduta su un trono mentre regge sul grembo il Bambin Gesù. Presenta, inoltre, la mano destra sollevata in segno di benedizione. Porta sul capo una corona di legno, simile a un turbante, decorata con leggeri motivi orientali. La statua è, infine, ornata da una frase incisa sul basamento che afferma: "nigra sum sed formosa", sono nera ma bella. L’origine della devozione alla Madonna Bruna sembra risalire al periodo della persecuzione iconoclasta. La leggenda narra di una nave di ritorno dall’ Oriente che, tra le altre cose, portava nascosta nella stiva una statua della Madonna affinché fosse sottratta alla persecuzione iconoclasta. Mentre la nave solcava le acque del Tirreno, improvvisamente si levò una tempesta che costrinse i marinai a interrompere il viaggio e a rifugiarsi nella baia del Tindari. Quando si calmò la tempesta, i marinai decisero di riprendere il viaggio, ma non riuscirono a spostare la nave. Pensarono allora di alleggerire il carico, ma solo dopo aver scaricato la cassa contenente il venerato Simulacro della Vergine la nave poté muoversi e riprendere la rotta.Una volta partita la nave, i pescatori della baia di Tindari si diedero subito da fare per recuperare la cassa galleggiante nella quale, con grande stupore di tutti, venne trovata la preziosa Immagine della Vergine. 



Francobollo del 50° anniversario della riapertura del teatro greco di Tindari


2006 - 50º anniversario riapertura del teatro greco di Tindari (Sicilia) - sullo sfondo, resti del Teatro, il Mar Tirreno ed il profilo di una delle Isole Eolie; in primo piano, degli attori.


Il teatro venne costruito dai Greci nel IV secolo a.C. e successivamente rimaneggiato dai Romani in seguito alla conquista della Sicilia. E' posto in posizione scenografica con la cavea rivolta verso il mare. Venne riaperto nel 1956 dopo ulteriori lavori di ristrutturazione.

Fonti

https://santuariotindari.it/storia/, http://www.virtualsicily.it/Monumento-Il%20teatro%20greco%20di%20Tindari-ME-627

lunedì 21 ottobre 2019

#01 Il luogo - Tindari



Coordinate: 38° 8′ 44″ N, 15° 2′ 23″ E

Altitudine: 268 m sopra il livello del mare


Tìndari è una frazione di Patti, comune italiano in provincia di Messina, in Sicilia. E' situata su un promontorio costiero che si sporge sul mar Tirreno e sulla Riserva naturale dei laghetti di Marinello.

La città (in greco antico: Τύνδαρις, Týndaris) venne fondata da Dionisio I di Siracusa nel 396 a.C. come colonia per i mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine.Venne costruita in posizione militarmente favorevole, sulla sommità del promontorio. Conserva il teatro, edificato sul finire del 4° sec. a.C., resti delle mura greche e romane e di case romane.



Fonti: http://www.treccani.it/enciclopedia/capo-tindari/