domenica 27 ottobre 2019

#04 - Citazioni

Nella raccolta Acque e Terre, Quasimodo parla di Tindari nella celebre poesia Vento a Tindari. 

Tindari, mite ti so
Fra larghi colli pensile sull’acque
Delle isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.

Salgo vertici aerei precipizi,
assorto al vento dei pini,
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria,
onda di suoni e amore,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima


A te ignota è la terra
Ove ogni giorno affondo

E segrete sillabe nutro:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna,
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.


A
spro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;
e ogni amore è schermo alla tristezza,
tacito passo al buio
dove mi hai posto
amaro pane a rompere.


Tindari serena torna;
soave amico mi desta
che mi sporga nel cielo da una rupe
e io fingo timore a chi non sa
che vento profondo m’ha cercato.


Fonti: 

S. Quasimodo. Vento a Tindari in Tutte le poesie, a cura di G. Finzi, Milano, Mondadori, 2017.

#03 - Un libro

Acque e terre
di Salvatore Quasimodo

In questa raccolta trova spazio una bellissima poesia ispirata dal ricordo della brezza marina di Tindari, legato alla gioventù dell'autore.


#02 - Le cose

Statuetta della Madonna nera


La cosa più caratteristica di Tindari è senza alcun dubbio la statua della Madonna nera.

Si tratta di una statua rappresentante la Madonna, di pelle bruna, seduta su un trono mentre regge sul grembo il Bambin Gesù. Presenta, inoltre, la mano destra sollevata in segno di benedizione. Porta sul capo una corona di legno, simile a un turbante, decorata con leggeri motivi orientali. La statua è, infine, ornata da una frase incisa sul basamento che afferma: "nigra sum sed formosa", sono nera ma bella. L’origine della devozione alla Madonna Bruna sembra risalire al periodo della persecuzione iconoclasta. La leggenda narra di una nave di ritorno dall’ Oriente che, tra le altre cose, portava nascosta nella stiva una statua della Madonna affinché fosse sottratta alla persecuzione iconoclasta. Mentre la nave solcava le acque del Tirreno, improvvisamente si levò una tempesta che costrinse i marinai a interrompere il viaggio e a rifugiarsi nella baia del Tindari. Quando si calmò la tempesta, i marinai decisero di riprendere il viaggio, ma non riuscirono a spostare la nave. Pensarono allora di alleggerire il carico, ma solo dopo aver scaricato la cassa contenente il venerato Simulacro della Vergine la nave poté muoversi e riprendere la rotta.Una volta partita la nave, i pescatori della baia di Tindari si diedero subito da fare per recuperare la cassa galleggiante nella quale, con grande stupore di tutti, venne trovata la preziosa Immagine della Vergine. 



Francobollo del 50° anniversario della riapertura del teatro greco di Tindari


2006 - 50º anniversario riapertura del teatro greco di Tindari (Sicilia) - sullo sfondo, resti del Teatro, il Mar Tirreno ed il profilo di una delle Isole Eolie; in primo piano, degli attori.


Il teatro venne costruito dai Greci nel IV secolo a.C. e successivamente rimaneggiato dai Romani in seguito alla conquista della Sicilia. E' posto in posizione scenografica con la cavea rivolta verso il mare. Venne riaperto nel 1956 dopo ulteriori lavori di ristrutturazione.

Fonti

https://santuariotindari.it/storia/, http://www.virtualsicily.it/Monumento-Il%20teatro%20greco%20di%20Tindari-ME-627

lunedì 21 ottobre 2019

#01 Il luogo - Tindari



Coordinate: 38° 8′ 44″ N, 15° 2′ 23″ E

Altitudine: 268 m sopra il livello del mare


Tìndari è una frazione di Patti, comune italiano in provincia di Messina, in Sicilia. E' situata su un promontorio costiero che si sporge sul mar Tirreno e sulla Riserva naturale dei laghetti di Marinello.

La città (in greco antico: Τύνδαρις, Týndaris) venne fondata da Dionisio I di Siracusa nel 396 a.C. come colonia per i mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine.Venne costruita in posizione militarmente favorevole, sulla sommità del promontorio. Conserva il teatro, edificato sul finire del 4° sec. a.C., resti delle mura greche e romane e di case romane.



Fonti: http://www.treccani.it/enciclopedia/capo-tindari/